La “Festa degli Spaventapasseri” di Castellar, nella sua sempre nuova… ripetitività, è forse l’esempio più lampante, di come – volendolo – i grandi, grandissimi eventi molto spesso nascono dalle cose più semplici e banali, quelle che abbiamo sott’occhio tutti i giorni.
Al punto da non accorgerci neppure più della loro esistenza. Come gli spaventapasseri, i “ciciu”, le “sentinelle dei campi”. Certo servono fantasia e creatività, servono senso di comunità e condivisione dell’evento, serve la partecipazione di tutti e serve qualche euro – quelli servono sempre e non sono mai troppi - che metta in condizione di poter allestire qualche spettacolo collaterale.
Qui, in questo angolo incantato della Valle Bronda, da qualche anno fa tutto l’Associazione Culturale Spaventapasseri, cui il Comune quest’anno destinerà 8mila euro del proprio bilancio. L’anno scorso furono 10. Ma oggi c’è la crisi che morde alla gola anche gli Enti Pubblici.
Degli eventi che faranno da corollario parleremo nei prossimi giorni.
La “Festa degli Spaventapasseri” è un grande museo all’aria aperta al cui allestimento, in paese, contribuiscono davvero tutti: a Castellar non c’è casa, fienile, orto, prato o cortile che non ospiti uno spaventapasseri, un “ciciu” realizzato con i materiali più disparati e “centrato” magari su qualche argomento di stretta attualità. L’anno scorso furono circa 200. Alcuni di loro provenivano addirittura da scuole e Case di riposo di paesi vicini.
Qui – dal 5 al 12 maggio, quando andrà in scena la diciannovesima edizione della Festa – vengono a frotte. Migliaia e migliaia di persone. E, in settimana, pullman e pullman di scolaresche, attirate dal fascino di questi attori protagonisti che – con il loro silenzio – sembra vogliano contribuire al recupero di quello che ormai è uno dei Borghi più appetiti della cintura di Saluzzo, grazie alle opere pubbliche a basso impatto, alle valorizzazione dei prodotti locali certificati, manifestazioni promozionali e culturali di taglio e – perché non – al suo intatto fascino medievale cui l’amministrazione del sindaco Giuliano Ruatta (che fra un anno sarà costretto a lasciare) ha senza dubbio iniettato consapevolezza, autostima e fiducia nei propri mezzi.
Non inserire Castellar tra le mete della gita fuori porta di uno dei prossimi due week end sarebbe un peccato. Meglio, un’occasione persa. Perché l’edizione del 2014, pur se apparente uguale, sarà invece profondamente diversa. Anch’essa irripetibile.
Fonte: www.targatocn.it