Saranno circa 200, sparsi ovunque, tra viti orti, cortili e giardini: attendono silenziosi grandi e piccini, perché qui vale davvero la pena di venire a fare un passeggiata.
Diventa maggiorenne la “Festa degli Spaventapasseri” in scena dal 6 al 13 maggio prossimo nelle strade e nei campi di Castellar, in Valle Bronda. Compie infatti 18 trionfali edizioni e si affida completamente – per la prima volta dalla sua “nascita” – all’Associazione Culturale Spaventapasseri fondata nel 2005 presieduta da quel Silvano Borretta cui si deve la geniale primogenitura dell’evento ed alla quale l’amministrazione guidata dal sindaco Giuliano Ruatta assegna un sostanziosi contributo. Come se il cerchio della vita delle Festa si chiudesse, nel modo più logico possibile.
La “Festa degli spaventapasseri” – recita il sito internet del Comune - è una sorta di museo a cielo aperto dedicato alle “sentinelle dei campi”. Un museo al cui allestimento contribuisce tutto il paese,
Perché qui non c’è casa, balcone, fienile, porticato, orto, prato o cortile che non ospiti uno spaventapasseri, un “ciciu” realizzato con i materiali più disparati e centrato magari su qualche argomento di stretta attualità.
Proprio la collegialità, il voler dare ciascuno il proprio apporto alla “Festa”, sembrano essere gli ingredienti più semplici – eppure talora così difficili da reperire – per rendere vincente questo cocktail che biblicamente il paese ripropone dalla prima alla seconda domenica di maggio da 18 anni a questa parte.
Ma dietro a degli spaventapasseri, c’è un messaggio che Castellar, splendido e curato borgo di meno di 200 abitanti adagiato a tre minuti da Saluzzo, vuole trasmettere: quanto siano possibili, laddove ci siano volontà e passione, i recuperi dei borghi, le opere pubbliche a basso impatto ambientale (anzi), la valorizzazione dei prodotti locali certificati e le manifestazioni promozionali e culturali di taglio.
Qui i visitatori arrivano a migliaia e migliaia, compresi tanti pullman di scolaresche. In questa edizione, da vedere e gustare ci sono anche le musiche occitane della Valle Varaita con il Trio Carpani, Quattromini e Baudino (domenica 6 maggio), le “Fisarmoniche del Monviso” (domenica 13 maggio), gli artisti di strada, i giocolieri, il “Parco del Po in mostra”, la “Vecchia fattoria”, le note rock con i “Why-5”, la “Cantina da Pelaverga” con le immancabili degustazioni e l’austero maniero con museo di cimeli e uniformi del Primo Risorgimento che dall’altro domina il paese.
Ma la festa è quasi unicamente loro, degli spaventapasseri che “vegliando sul campo di grano custodiscono la vita che nasce”. Saranno all’incirca 200, sparsi ovunque, tra viti orti, cortili e giardini. Ed attendono silenziosi grandi e piccini. Perché qui vale davvero la pena di venire a fare un passeggiata: incantevole ed unica.
Fonte: www.targatocn.it